L’attenzione politica e mediatica in questo momento è rivolta al 4 dicembre, una data cruciale per il destino e la credibilità dell’Italia in Europa nei prossimi mesi. Ma, proprio perché resta fondamentale l’apporto che l’Italia può dare nel promuovere un rilancio sul piano politico dell’Europa, e poiché le sfide e gli appuntamenti europei continuano e continueranno ad incalzare, bisogna tener presente che oltre al 4 dicembre ci sono delle importanti scadenze europee in vista di quella del 25 marzo prossimo, a partire dai vertici europei di ottobre e dicembre.
Come scriveva Mario Albertini nel 1961, “il passaggio dalla confederazione alla federazione non è affatto un processo automatico. Per fatti di questo genere si può usare la parola “processo” solo nel senso di processo dialettico, cioè di corso storico nel quale il risultato dipende da elementi in contrasto” (Il significato dell’espressione “costruzione dell’unità europea”, maggio 1961). Raramente nella storia del processo di unificazione europea si sono visti interagire tanti elementi in contrasto tra loro nella politica europea e mondiale. D’altra parte è proprio nelle fasi acute di questo processo dialettico che si possono aprire opportunità per fare avanzare la costruzione europea, e soprattutto per farla avanzare in senso federale. Oggiil rischio di un naufragio del processo di unificazione europea è concreto. Per ora l’ancora della moneta europea, ed il suo corollario – le politiche che le istituzioni europee, in primis la BCE e la Commissione europea e, anche se spesso obtorto collo, i governi nazionali, devono condurre per evitare una catastrofe che sarebbe non solo monetaria ma anche economica e sociale – riesce ad impedire che l’Europa venga travolta. A questo proposito possiamo fare le seguenti brevi considerazioni in merito alla specificità dell’epoca che stiamo vivendo, alle alternative possibili, al problema della sovranità ed alla responsabilità di agire in senso federalista.
6 MESI ALLA MANIFESTAZIONE DEL 25 MARZO 2017 A ROMA
Il commento (ga)
Il riccio e la volpe *
“Molte cose sa la volpe, ma il riccio ne sa una grande.” (Archiloco) Noi non siamo delle volpi. Ce ne sono già troppe in Europa. Siamo un riccio ed abbiamo un vantaggio sulle volpi: sappiamo una cosa decisiva. Quella che Ernesto Rossi ed Altiero Spinelli scoprirono qui a Ventotene 75 anni fa:
Le difficoltà in cui si dibatte l’Europa sono sotto gli occhi di tutti. Ma sono ormai sotto gli occhi di tutti – basta leggere le analisi ed i commenti che quotidianamente circolano – anche i rimedi urgenti che sarebbe necessario adottare: un’effettiva unione bancaria, fiscale, economica e politica, con un trasferimento di sovranità anche nel campo del governo del sistema Schengen; un Tesoro per l’Eurozona con relativo bilancio e capacità di tassazione sotto il controllo parlamentare. Si tratta dei rimedi già indicati a suo tempo dal MFE, a partire dalle rivendicazioni contenute nelle due petizioni della Campagna per la federazione europea.
L’action week del 10-17 febbraio si annuncia già ricca di appuntamenti in diverse regioni, a partire da quella prevista il 17 febbraio a Roma di fronte a Montecitorio. Anche dall’UEF nei prossimi giorni partiranno delle iniziative che riprendono le posizioni adottate dall’ultimo Comitato federale e contenute nel volantino Per un Europa federale: oltre Schengen! che potete liberamente scaricare e riprodurre cliccando qui. Parallelamente la JEF sta sviluppando l’azione #DontTouchMySchengen.