La mobilitazione e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei movimenti della società civile sul terreno della costruzione europea sono al centro delle preoccupazioni di governi, istituzioni e partiti politici, che vedono nelle prossime elezioni europee una scadenza importante per verificare fino a che punto e se sarà stato possiile arginare l’ondata di euroscetticismo che sembra montare un po’ in tutti i paesi.

Lucio Levi

1. Dal 2008 la crisi finanziaria ed economica sta scardinando le istituzioni mondiali ed europee che hanno assicurato l’ordine internazionale nel secondo dopoguerra. La fase costituente di un nuovo ordine europeo e mondiale dovrà assumere sempre più netti caratteri federali per consentire l’uscita dalla crisi. L’UE è il laboratorio dove si stanno sperimentando le istituzioni necessarie a governare un’economia e una società che hanno assunto dimensioni molto più grandi degli Stati nazionali. Si sta diffondendo l’idea che il cantiere istituzionale dell’UE costituisca il pilastro regionale dell’edificio della pace mondiale, che la costituzionalizzazione in corso dello spazio europeo rappresenti il modello per governare la globalizzazione.

Domenico Moro

Il bilancio federale americano prima della Grande Depressione e il bilancio dell’Unione europea prima della Grande Recessione.

La crisi finanziaria scoppiata nel 2008 ha provocato quella che, ricordando la Grande Depressione degli anni ’30 del secolo scorso, è correntemente chiamata Grande Recessione. Il richiamo suggerisce un confronto con gli USA che, in questo caso, è utile per più di una ragione. Nel 1929, il bilancio del governo federale americano era pari a circa il 2,5% del PIL[1], mentre nel 2008 il bilancio dell’UE è stato pari all’1,05%. Apparentemente, dunque, il bilancio federale americano era più del doppio di quello europeo e quindi meglio attrezzato per far fronte alla crisi economica di allora.

Per chiarire e rafforzare gli obiettivi al centro della nostra Campagna per la Federazione europea, sintetizzati nelle richieste  al Governo italiano contenute nel testo della cartolina, dobbiamo riuscire ad affiancare all’indicazione delle nostre rivendicazioni analisi e riflessioni su come perseguirli. 

Luisa Trumellini

Nell’attuale quadro mondiale, caratterizzato da forti tensioni e rapidi mutamenti, l’Europa continua ad essere bloccata non solo dalla crisi economica e finanziaria (non certo superata, nonostante i timidi segnali di ripresa), ma ancor di più da una profonda crisi politica e culturale che evidenzia l’impotenza dei singoli Stati e l’insufficienza del livello di integrazione raggiunto. Come ha dimostrato la crisi siriana, gli europei avrebbero bisogno di poter agire come un unico protagonista sulla scena internazionale, ma gli Stati nazionali sono ancora sovrani nel campo della politica estera; e all’unione monetaria non si sono accompagnate né l’unione economica, né quella politica.