6 MESI ALLA MANIFESTAZIONE DEL 25 MARZO 2017 A ROMA

 

 

Il commento (ga)

Il riccio e la volpe *

“Molte cose sa la volpe, ma il riccio ne sa una grande.” (Archiloco) Noi non siamo delle volpi. Ce ne sono già troppe in Europa. Siamo un riccio ed abbiamo un vantaggio sulle volpi: sappiamo una cosa decisiva. Quella che Ernesto Rossi ed Altiero Spinelli scoprirono qui a Ventotene 75 anni fa:

“La linea di divisione fra i partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai, non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa coloro che concepiscono, come campo centrale della lotta quello antico, cioè la conquista e le forme del potere politico nazionale, e che faranno, sia pure involontariamente il gioco delle forze reazionarie, lasciando che la lava incandescente delle passioni popolari torni a solidificarsi nel vecchio stampo e che risorgano le vecchie assurdità, e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il potere nazionale, lo adopereranno in primissima linea come strumento per realizzare l'unità internazionale.”

Punto! Aut aut. Bianco e nero. Non taxation without representation. Una testa, un voto. Le rivoluzioni si fanno così. Ricorriamo ancora a Spinelli: "Guardiamoci dal considerare questa procedura come una procedura specificatamente americana, non applicabile all'Europa. In politica, come in altri campi, ci sono delle invenzioni, dei metodi che non si possono evitare o ignorare quando certi problemi si pongono. Per esempio, da quando i francesi nel corso della loro rivoluzione hanno inventato il metodo dell'Assemblea Costituente per creare su una base democratica le leggi fondamentali dello Stato, nessun paese ha potuto applicare metodi sostanzialmente diversi per fondare le assise di uno Stato nazionale democratico. Allo stesso modo, una volta che gli americani hanno inventato il mezzo per arrivare senza soluzione di continuità giuridica da un insieme di Stati sovrani, disposti ad unirsi, ad uno Stato federale, occorre adoperare questo stesso metodo per risolvere da noi lo stesso problema." (1950)

Naturalmente le volpi perdono il pelo ma non il vizio e continuano a contrabbandarci soluzioni intergovernative e confederali. Il riccio federalista sa che non ce la faranno. E persino le volpi cominciano a capirlo. Noi stessi forse non ci rendiamo pienamente conto di quello che è successo qui il 22 agosto. Chi di noi nel 1982, quando si è tenuto il primo Seminario di Ventotene, poteva lontanamente immaginare che 34 anni dopo la Cancelliera tedesca sarebbe venuta col Presidente francese a rendere onore ad Altiero Spinelli? I simboli contano in politica. Come abbiamo scritto nel comunicato congiunto delle forze federaliste: utilizzare le parole d'ordine di Spinelli ha un prezzo. Noi riconosciamo i meriti di Jean Monnet, ma lo stesso Monnet ha evitato di citare anche una sola volta Spinelli nelle sue memorie. Eppure i due si conoscevano bene ed in qualche momento avevano anche collaborato. E non sono passati molti decenni da quando Jacques Delors disse, come atto d’accusa verso i nazionalisti e come riconoscimento per i federalisti, che il federalismo in Europa era considerata una pornographic word. Potranno ancora dirci che è una parola pornografica dopo che i capi di stato o di governo dei tre principali paesi dell'UE sono stati sulla tomba di Spinelli? Sono venuti dopo che Brexit ha messo in discussione la stessa sopravvivenza dell'Unione. Certo, è una mossa dettata più dalla disperazione che dalla convinzione, ma proprio questo è il significato più profondo del gesto. Non sanno più cavare un ragno dal buco. Brancolano nel buio. Non hanno soluzioni alternative. E sono costretti a riconoscere, loro malgrado, che aveva ragione Spinelli, che ha ragione Spinelli, che avrà sempre più ragione Spinelli. Quando andremo anche noi sulla sua tomba e vedremo quei tre mazzetti di fiori, ricordiamoci che quello non è solo l'omaggio che il vizio rende alla virtù. E' il riconoscimento della caporetto del metodo intergovernativo. E non è certo senza significato se a pochi giorni di distanza avrebbero dovuto essere oggi qui con noi cinque presidenti di parlamenti nazionali, espressione della sovranità popolare, a ricordarci che solo il federalismo è in grado di far esercitare quella sovranità a tutti i livelli: dalla città al mondo intero. Il terribile terremoto in Italia centrale ha impedito a Laura Boldrini ed ai suoi omologhi di essere qui oggi, ma la battaglia continua ed anzi già ora possiamo indicare la prossima tappa nella grande manifestazione che organizzeremo a Roma il 25 marzo 2017, in occasione del 60.mo anniversario dei Trattati di Roma.
Siamo ormai al corpo a corpo. Tutte le posizioni intermedie vengono spazzate via e si vanno delineando sempre più chiaramente due schieramenti: federalisti e nazionalisti. I primi vogliono affrontare le sfide del nostro tempo e governarle, mentre i secondi sognano di potersi rifugiare in un mondo che non esiste più. Ha scritto Thoreau: “Pianta un chiodo e piantalo così bene, da poter svegliarti di notte e pensare con soddisfazione al lavoro compiuto.” 75 anni fa Rossi e Spinelli hanno piantato un chiodo qui a Ventotene. A quel chiodo noi siamo rimasti legati e fedeli. A quel chiodo vediamo che ora anche altri intendono rifarsi. Noi siamo il martello che deve conficcare quel chiodo nella dura cervice degli Stati nazionali. E' quanto abbiamo fatto e quanto continueremo a fare. Con tenacia, determinazione, caparbietà.

* Intervento di Giorgio Anselmi alla sessione inaugurale del Seminario di Ventotene (27 agosto 2016)

 

 

 

Fatti e idee (fs)

L'ennesimo deludente Vertice europeo a Bratislava ha confermato l'importanza della scadenza del 25 Marzo 2017. Come ha commentato il Segretario di Stato Sandro Gozi, "Se entro quella data riusciremo a dare all'Europa una nuova visione, bene. Altrimenti quel giorno rappresenterà l'inizio della disintegrazione" (Avvenire 20/09/2016). Analoghe considerazioni sono state fatte dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. In concreto si tratta di porre le basi per realizzare l'unione politica a partire da un nucleo ristretto di paesi dell'area euro - l'unità a 27, anche senza la Gran Bretagna, è un'illusione. Non si tratta certo di sottovalutare l'importanza di avviare parallelamente tutte quelle politiche che sarebbe già possibile avviare nel quadro attuale, per rispondere ai problemi della sicurezza, della ripresa dello sviluppo economico, della gestione del fenomeno dell'immigrazione. Piuttosto diventa urgente collegare queste politiche alla prospettiva della costruzione politica, ponendo le basi del superamento delle sovranità nazionali a favore di una sovranità europea. Una sovranità che sia legittimata democraticamente attraverso il controllo del Parlamento europeo. Questo è il terreno su cui dovrebbero convergere le iniziative di alcuni governi e quelle in gestazione nel Parlamento europeo, con il rapporto Verhofstadt. E su cui invece non sono ancora disposti a scendere alcuni paesi, come la Francia, che da un lato si dice pronta a studiare un rilancio del progetto federale, come ha dichiarato il Presidente Hollande, mentre dall'altro, sempre per bocca del Presidente francese sulla sua pagina Facebook dichiara: "La mauvaise réponse serait une fuite en avant dans l’intégration : comment imaginer de nouveaux transferts de souveraineté tant que ne sont pas réglés les trois grands enjeux de l’Union européenne : la protection, la prospérité et la confiance". E' in questo quadro di estrema confusione, incertezza e colpevole pavidità che occorre mobilitarsi per la manifestazione popolare del 25 marzo prossimo a Roma, per ribadire che non c'è rilancio dell'Europa senza sbocco federale e senza ulteriori trasferimenti di sovranità.

Aggiornamenti sulla mobilitazione

Incontri Presidenze e Segreterie a livello europeo (UEF, JEF, EMI): in calendario. Coordinamento PC1 Comitato federale JEF&UEF

Incontri Presidenza e Segreteria nazionali MFE:

- 16/09, incontro informale con On. Pittella (Milano); 22/09, dibattito con On. Toia (Milano); 23/09; 30/09 dibattito con On. Viotti (Alessandria).

Riunioni di coordinamento regionale: Veneto (Direttivo regionale 1/10); Lombardia (Comitato regionale 8/10); Lazio (riunione di coordinamento 14/10); Piemonte (Comitato regionale 22/10); Sicilia (tavola rotonda e riunione di coordinamento, 5-6/12, da confermare).

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Dalla rassegna stampa

Segnaliamo:

A) un interessante studio della Bertelsmann Stiftung e del Jacques Delors Institut di Berlino (disponibile in inglese, nel link qui sotto, in francese e tedesco) su “Repair and Prepare: Growth and the Euro after Brexit“, preparato da un gruppo di esperti. Ecco la presentazione:

“A reform of the euro might be an unpopular move in the world of politics right now, but it is vital. The ECB’s actions saved the euro, but now it is up to the governments to do their job,“ says Enrico Letta, one of the coordinators of the group. Henrik Enderlein adds: “The euro is vulnerable and urgently needs to be reformed, otherwise it won't survive the next crisis. We don't know whether the next crisis will hit in six weeks, six months or six years. But we need to take action now.“

The recommendations are based on the conviction that only an overhaul of the euro and the existing crisis mechanisms can guarantee the long-term survival of the EU. The report puts forward a three-step plan to reform Economic and Monetary Union:

1. A first-aid kit for the Monetary Union that addresses shortcomings in crisis management and economic coordination.
2. Growth in the EU has to be strengthened by a combination of investments and reforms.
3. In the medium term, the euro has to be based on a large degree of risk sharing and sovereignty sharing. This goes hand in hand with developing the permanent European rescue mechanism, the ESM, into a European Monetary Fund under greater parliamentary control.

Even though the EU currently faces challenges in many areas, including Brexit and the refugee crisis, the authors of the report underline the urgency of the euro reforms. The Chairman of the Bertelsmann Stiftung and co-author of the report, Aart De Geus, clarifies: “We cannot shy away from changes. We must reform the eurozone today if we want the next generation to live in a unified and strong Europe tomorrow.“

B) l'articolo del Bollettino della BCE dell'agosto scorso, su Increasing resilience and long-term growth: the importance of sound institutions and economic structures for euro area countries and EMU, in cui si analizzano le istituzioni dei paesi dell'Eurozona come quell’insieme di norme e politiche che dovrebbero essere capaci di garantire una base di partenza comune a tutti gli attori economici. Un'analisi da cui emerge tutta la fragilità dell'Italia.

C) Un commento del Columnist del Financial Times, Martin Wolf su Brexit: "Nothing has changed my view that the UK is making a huge economic and strategic blunder. The country is going to be meaner and poorer. David Cameron will go down as one of the worst prime ministers in UK history. But the halfway houses between membership of the EU and hard Brexit are uninhabitable. So what now has to be done is to move to the miserable new dispensation as smoothly as possible. The UK has chosen a largely illusory autonomy over EU membership. That has consequences. It will have to accept this grim reality and move as quickly as it can to whatever the future holds".

 

Scadenze

15-16 Ottobre - Lisbona

Seminario JEF-UEF

15-16 Ottobre - Firenze

Riunione nazionale dell’Ufficio del Dibattito

5 Novembre - Colonia

Comitato federale UEF

12-13 Novembre - Roma

Comitato centrale e Riunione Ufficio del Dibattito sulla eventuale riforma dello Statuto e/o del Regolamento MFE

 

Links......

 

www.mfe.it - www.facebook.com/movimentofederalistaeuropeo

https://www.facebook.com/events/185334641897303/

twitter: @Movfedeuropeo - @Rome2017ToFedEu

Appello per la costituzione dei Comitati e la promozione di iniziative

Note organizzative per la manifestazione