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  • 70° Anniversario della Dichiarazione Schuman
  • Per un’Europa comunità di destino
  • L’Italia e l’Europa di fronte alla sfida del Covid-19

 

Commento

Cari Amici e care Amiche,

con la Festa dell’Europa quest’anno si celebra il 70° Anniversario della Dichiarazione Schuman, che ha segnato l’avvio del processo di unificazione europea. Stati che si erano combattuti ferocemente fino a pochi anni prima hanno scelto liberamente di iniziare un percorso di unità, mettendo innanzitutto in comune una risorsa fondamentale per il loro sviluppo economico e per il loro futuro, e rendendo in questo modo “non solo impensabile, ma materialmente impossibile” la guerra sul continente europeo. E’ nata così la CECA – la Comunità europea del carbone dell’acciaio – che è stata concepita come il “primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace”.

Oggi, a settanta anni di distanza, l’Europa celebra questo anniversario minacciata da un nuovo pericolo, la cui drammaticità mette a rischio la sua coesione e il suo futuro. Questa è la Dichiarazione congiunta ( link ) che abbiamo sottoscritto e qui ( link ) l’evento organizzato insieme da MFE, GFE, Movimento europeo Italia e Associazione italiana dei Consigli dei comuni e delle regioni d’Europa (AICCRE) per ricordare l’Anniversario e il fatto che la vera natura della sfida che l’Unione europea deve ancora affrontare è quella del completamento del suo edificio federale. Solo così diventerebbero possibili politiche europee efficaci in tutti quei settori in cui gli Stati nazionali, pur continuando a detenere il monopolio del potere politico e della possibilità di azione, non sono più in grado di esercitare una vera sovranità.

La scelta dell’unità si è dimostrata determinante per garantire in questi decenni la pace e la prosperità agli Europei. Anche in questo momento le misure messe in campo dall’Unione europea, e in particolare il massiccio intervento della Banca centrale europea, sono l’unico argine che ci permette di raccogliere risorse per intervenire a sostegno dell’economia e tutelare i cittadini (Comunicato del MFE sui risultati dell’Eurogruppo del 9 aprile) Tuttavia, l’Unione europea non è ancora la Federazione indicata dai Padri fondatori come condizione necessaria per superare definitivamente il nazionalismo e le divisioni tra Stati nel nostro continente. Il fatto di poter avanzare solo sulla base di compromessi tra i 27 Paesi membri e sul coordinamento delle 27 politiche nazionali in tutti i settori cruciali della vita politica indebolisce gravemente il valore e la funzione dell’Unione europea. Se la realtà in cui viviamo (dalla globalizzazione, alla questione ambientale, al problema della sicurezza e della stessa pandemia), conferma la necessità per gli Europei di affrontare uniti queste sfide, è sempre più evidente e più grave la mancanza di un vero governo europeo, dotato di poteri propri effettivi e in grado di agire in modo efficace e tempestivo. 

In questo momento in cui per effetto dell’emergenza sanitaria si rischia di cadere nella più grave crisi economica forse mai conosciuta, con l’eccezione delle guerre, la vera posta in gioco per gli Stati e le istituzioni europee, come nel 1950, è dunque quella di riuscire a fare di questa crisi un’opportunità per costruire un’Unione più forte. Analogamente a quanto sempre avvenuto durante il processo di unificazione europea, che è progredito per rispondere ai momenti di maggiore difficoltà, questa emergenza deve diventare un’opportunità per condividere maggiormente la sovranità e dare vita ad un’Unione federale con cui costruire una vera comunità di destino. Spetta innanzitutto al Parlamento europeo, in quanto Assemblea democratica eletta direttamente dai cittadini europei indicare la via per fare di questa crisi un’opportunità per riprendere il cammino costituente indicato dai Padri fondatori e per costruire l’Europa federale.

E’ una posizione che abbiamo portato all’attenzione anche del Governo italiano alla vigilia del Consiglio europeo del 23 aprile, in occasione dell’informativa del Presidente Conte alle Camere. Insieme a 51 parlamentari abbiamo presentato al Governo un Memorandum ( link ). Primi firmatari con il MFE l’on. Tabacci per l’Intergruppo federalista alla Camera e il Sen. Nannicini dell’Intergruppo al Senato - qui la presentazione in Aula dell’on. Tabacci il 21 aprile, nel corso dell’informativa del Presidente Conte in vista del Consiglio europeo ( link facebook Tabacci e twitter Nannicini ). 

Il Memorandum propone al Governo italiano di sbloccare i complessi negoziati, in particolare sul Recovery Fund e il nuovo Quadro finanziario pluriennale, distinguendo l’esigenza dell’avvio del Recovery Fund come strumento di emergenza per fornire liquidità immediata agli Stati dal suo sviluppo come base portante della strategia di ricostruzione europea. Se, infatti, l’emergenza deve essere affrontata mettendo in campo gli strumenti oggi già esistenti, la ricostruzione invece richiede il coraggio dell’innovazione per mettere in campo un nuovo approccio. In questa prospettiva, l’Italia avrebbe tutto l’interesse a mettere in campo quel passaggio federale su un punto decisivo che è stato lasciato in sospeso per decenni; ossia, chiedere di avviare ora, contestualmente alla partenza dei negoziati sul nuovo Quadro Finanziario Pluriennale, l’iter per poter creare un bilancio federale su cui ancorare il Recovery Fund. Per questo serve una revisione mirata dei Trattati per creare la competenza fiscale anche a livello europeo. Se ci fosse la volontà politica, basterebbero alcuni mesi per mettere in cantiere la riforma e arrivare all’avvio del nuovo Quadro finanziario avendo creato le condizioni per una linea di bilancio federale, alimentata da vere risorse europee, decise dal Parlamento europeo invece che da 27 Stati membri divisi, e base necessaria per emettere debito con garanzia federale. Una rivoluzione che aprirebbe la strada ad un vero passaggio costituzionale, rilanciando su basi solide il processo di confronto sul futuro dell’Europa.

Per questo il Memorandum chiede che l’Italia chiami a raccolta gli altri Paesi che condividono l’ambizione di un’Europa capace di agire nel mondo nuovo e cerchi il sostegno delle istituzioni comunitarie, a partire dal Parlamento europeo, chiamato a rivendicare un potere basilare per tutte le Assemblee democratiche.

n conclusione, in un momento drammatico e pieno di incognite per il nostro futuro, la speranza e l’obiettivo sono di riuscire a portare a compimento il progetto che 70 anni fa Schuman presentava al mondo. Analogamente ad allora si tratta di capire come usare la spinta offerta dalla necessità di trovare una soluzione comune ad una crisi drammatica per costruire non solo strumenti temporanei, ma istituzioni capaci di durare nel tempo e di far emergere il popolo europeo e la sua nuova dimensione federale.

Con i saluti più cordiali
Luisa Trumellni
Segretaria nazionale MFE


 

Dichiarazione 9 Maggio

 
 

70° ANNIVERSARIO DELLA DICHIARAZIONE SCHUMAN
LA NUOVA SFIDA PER L’EUROPA

Il 9 maggio di 70 anni fa ha segnato l’avvio di un processo rivoluzionario, destinato ad incidere profondamente nella storia dell’umanità. Con la sua Dichiarazione, Robert Schuman annunciava all’Europa e al mondo la nascita di una Comunità radicalmente nuova nei principi che la ispiravano e la guidavano. Era l’avvio del primo processo democratico di unificazione di Stati sovrani; Stati che si erano combattuti ferocemente fino a pochi anni prima, e che sceglievano di unirsi non perché costretti da una minaccia esterna, ma perché consapevoli di dover costruire una comunità di destino, rendendo “non solo impensabile, ma materialmente impossibile” la guerra sul continente europeo. Si trattava del “primo nucleo concreto di una Federazione europea indispensabile al mantenimento della pace”.


 

Approfondimenti sul sito MFE sul dibattito in corso sulla capacità fiscale e altro

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