Il destino inscindibile dell’Italia e dell’Europa

La crisi di governo aperta il 20 luglio ha gravemente danneggiato gli interessi del nostro Paese, la sua credibilità internazionale e la finestra storica di riforma dell'Unione aperta dalla Conferenza sul Futuro dell'Europa.

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La caduta del Governo Draghi ha provocato un danno gravissimo all’Italia, che si ritrova più fragile e in preda all’incertezza.

Per questo è importante che anche le forze che si sono assunte la responsabilità di interrompere in anticipo la legislatura in un momento storico così complesso e pericoloso riconoscano pubblicamente che le emergenze che avevano portato quasi tutte le forze politiche presenti in Parlamento a stringere un patto per dar vita ad un governo di unità nazionale sono ben lungi dall’essere esaurite e dal non costituire più un pericolo drammatico. In particolare, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ha aggravato pesantemente il quadro economico e ha aperto una nuova sfida che investe la capacità del nostro Paese di mantenersi coerentemente impegnato nella difesa della democrazia e della libertà. L’agenda ricordata da Draghi nel suo discorso in Senato il 20 luglio, con:

  1. gli impegni del PNRR e i tempi serrati per attuare gli investimenti e le riforme;
  2. l’agenda sociale, le sue emergenze e gli interventi strutturali indilazionabili da mettere in campo in modo compatibile con la necessità di assicurare la sostenibilità del nostro debito pubblico e il quadro finanziario europeo;
  3. la politica energetica e la lotta al cambiamento climatico, che è un’emergenza diventata assolutamente prioritaria;
  4. il ruolo internazionale dell’Italia, nell’Unione europea e nel quadro dell’Alleanza Atlantica, a partire dal sostegno all’Ucraina

rimane urgente e stringente per chiunque voglia governare in modo credibile il Paese e permettergli di superare questa fase così difficile.

Come federalisti europei sosteniamo convintamente questa agenda che indica obiettivi e campi d’azione imprescindibili, internamente ed esternamente; e ne è convinto anche l’amplissimo fronte di cittadini, forze sociali, associazioni che prima del 20 luglio si è mobilitato per chiedere ai partiti un gesto di responsabilità, per non interrompere il lavoro del governo e per non privare l’Italia della guida di un Presidente del Consiglio così competente e autorevole.

Per questo il MFE ritiene:

  • che tutte le forze politiche, nella misura in cui intendono offrire ai cittadini una nuova proposta di governo seria e credibile, debbano essere capaci di tenere la barra dritta negli impegni interni ed internazionali e di rigettare la demagogia, il populismo e il nazionalismo che nega persino l’interdipendenza europea e porta così l’Italia nel baratro;
  • che alla base del programma di tutte le forze politiche, non solo di quelle che esplicitamente si richiamano al programma del governo di unità nazionale, ci sia innanzitutto la continuità del ruolo dell’Italia in Europa. Tutta la nostra credibilità si gioca su questo fronte, che si traduce sia nel rispettare gli impegni presi con i partner europei e con le istituzioni dell’Unione, sia nel continuare ad essere protagonisti insieme agli altri grandi Paesi europei, a partire da Francia e Germania, nella costruzione di un’Europa forte e coesa, un’Europa federale, sovrana e democratica.

E’ un fatto ormai riconosciuto che l’Italia non si governa “contro” l’Europa, ma solo lavorando in sinergia con i nostri partner europei e con l’UE e rispettando gli impegni comuni; così come è un fatto che il nostro apporto è determinante in senso positivo per far evolvere il quadro europeo e per consolidare la posizione internazionale dell’Europa. Viceversa, è un fatto che se prevarranno a livello nazionale delle scelte e dei comportamenti irresponsabili o se si vorrà schierare l’Italia a favore di un indebolimento dell’Unione europea, cambiando così il quadro delle nostre alleanze europee, si metterà in grave pericolo la coesione e la stessa tenuta dell’UE; e al tempo stesso si rafforzeranno le tentazioni all’immobilismo e le regole rigide di controllo. L’Italia quindi ha in mano una parte importante del destino europeo; ma al tempo stesso l’Italia ha un disperato bisogno di un’Europa forte e coesa.

In questi mesi cruciali – il riferimento temporale è l’autunno – l’Italia, con Draghi e grazie alla credibilità che la sua guida garantiva, stava lavorando tra le altre cose, insieme alla Francia, per la creazione di una capacità fiscale europea che permettesse di avere debito europeo in modo strutturale.

Si erano create le condizioni per cercare di ottenere quel passaggio all’unione fiscale che Draghi stesso spiegava dicendo che avrebbe permesso strutturalmente alla Commissione di contrarre debito sui mercati finanziari per raccogliere risorse che poi avrebbe trasmesso agli Stati membri sotto forma di prestiti: uno strumento fiscale che portava alla creazione di un bilancio federale.

Si tratta di una posizione che Draghi ha sempre espresso coerentemente sin da quando era Governatore della Banca Centrale Europea, quando ammoniva sulla necessità di affiancare una politica fiscale europea a quella monetaria della BCE; per la prima volta questo tema era potuto diventare argomento di confronto in seno al Consiglio Europeo. Questo confronto e questa possibilità rivoluzionaria per il destino dell’Unione europea e dell’Italia sono caduti con Draghi, così come è stato bloccato il processo per far nascere l’unione politica, funzionale anche alla possibilità di sviluppare una vera politica estera e di difesa europea.

La possibilità di avviare la Convenzione per la riforma dei Trattati dell’UE chiesta dal Parlamento europeo sulla base dei risultati importanti raggiunti dalla Conferenza sul futuro dell’Europa è al momento congelata a seguito della caduta del governo in Italia. Le posizioni del prossimo governo saranno determinanti per rilanciarla, oppure per decretarne la fine.

Per tutte queste ragioni, il Movimento Federalista Europeo chiede a tutte le forze politiche di mettere al centro dei loro programmi elettorali l’impegno europeista e federalista: per rimanere coerenti rispetto agli impegni europei assunti dall’Italia e per promuovere la riforma dell’UE al fine di realizzare l’unione politica, quella economica e di bilancio, la politica estera e di difesa. Solo così si può salvaguardare l’interesse nazionale.

Su questa base il MFE si confronterà con le forze in campo alle prossime elezioni e si mobiliterà per far conoscere ai cittadini le posizioni politiche di partiti e candidati.