Si tratta di oltre 120 adesioni in merito a:

  1. la necessità di dotare l'Unione Europea delle competenze, delle risorse autonome e dei poteri adeguati (a partire dal potere di bilancio) per attuare le politiche comuni necessarie per difendere la sicurezza, lo Stato di diritto, la sostenibilità sociale delle ineludibili transizioni verde e digitale, garantendo un futuro di progresso dei cittadini europei;
  2. il superamento dell'unanimità e del diritto di veto attraverso l'estensione della procedura legislativa ordinaria (che implica il rafforzamento del Parlamento europeo e della Commissione europea);
  3. la necessità di aprire una Convenzione, in continuità con quanto richiesto dal Parlamento europeo uscente, per poter riformare i Trattati.

Candidati che hanno firmato la dichiarazione d'impegno

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Come avrete modo di vedere, le firme dei candidati corrispondono ai programmi dei partiti (vi rimandiamo alla nostra grafica a questo proposito), che mostrano la divisione circa il futuro dell’Europa tra le forze favorevoli a rafforzare l’Europa in senso politico, e quindi a riformare gli attuali Trattati, rivelatisi inadeguati – per poter fare politiche europee efficaci sia a livello internazionale (politica estera e di sicurezza, difesa comune, e le politiche correlate) sia interno (a partire dalla politica economica e industriale, dalla ricerca, dal sostegno alle transizioni ecologiche e digitali); e quelli contrari a questo rafforzamento.

La scelta è nelle tue mani

QUALE FUTURO PER L'EUROPA?

Le grafiche sui programmi dei partiti italiani sul tema del futuro dell'Europa e la riforma dei Trattati.

Link QUI

In tutta l’Unione europea questo secondo schieramento è dato in crescita, e suscita molti timori, perché coincide anche con le forze che sono più inclini al compromesso con la Russia di Putin, che maggiormente paralizzano il funzionamento dell’Unione europea perché non credono nel progresso comune, che spesso attaccano la democrazia e hanno posizioni illiberali, riguardo allo stato di diritto e ai diritti individuali. 

Per questo come MFE invitiamo tutti innanzitutto ad andare a votare, e quindi a votare per chi si impegna a favore del rafforzamento dell’Europa. 

Si tratta di una discriminante molto più profonda rispetto alla costruzione del nostro futuro di quanto non lo sia quella tra destra e sinistra. 

In gioco ci sono la nostra libertà, la democrazia, lo stato di diritto, il progresso.

Qui  citazioni dei video ricevuti dai candidati.

Cliccare l'immagine per vedere i video.

Video dei candidati

Purtroppo, il dibattito elettorale in preparazione di queste elezioni, nonostante da tutti siano definite cruciali, proprio per la dimensione delle sfide e delle minacce con cui siamo confrontati, non è stato all’altezza della posta in gioco. Si è cercato ancora più del solito di ridurlo ai temi nazionali.

Così, praticamente nessuno ha contestato alla Lega di Salvini la comunicazione fatta di slogan che riducono l’Unione europea ad una macchietta, reclamando in cambio più Italia, come se noi cittadini italiani non fossimo più tutelati essendo anche europei, e come se l’Italia non traesse prestigio e vantaggi dall’essere un importante paese fondatore dell’Unione europea. Non è un caso che su questa base sia poi arrivato il vile attacco del sen. Claudio Borghi contro il Presidente Mattarella.

Stupisce anche che una posizione profondamente contraddittoria come quella della Presidente Meloni sull’Europa non sia stata contrastata nel merito. Giorgia Meloni, se deve teorizzare la sua posizione circa il futuro dell’Europa, si dice contraria al federalismo europeo (che travisa completamente etichettandolo alla stregua della teoria giacobina dello Stato centralizzato e centralizzatore) e lo fa contrapponendo una categoria tipicamente federalista (la sussidiarietà) con cui cerca di definire la sua visione; dice inoltre di volere sia un’Europa politica capace di essere un attore internazionale autorevole, sia un debito europeo per investimenti comuni, e al tempo stesso sostiene l’idea di un’Europa confederale che agisca come un concerto di nazioni sovrane in cui la politica resti agli Stati, tutti dotati del diritto di veto. E’ un guazzabuglio da cui Fratelli d’Italia dovrà decidere in fretta come uscire, perché – checché ne pensi la Presidente Meloni – se si vuole un’Europa che sia più politica e che faccia politiche efficaci laddove è ormai chiaro che i singoli Stati sono insufficienti, non esiste alternativa all’Europa federale (che è l’Europa politica e della sussidiarietà, che mette in comune poche competenze gestite però in modo autonomo e soprattutto democratico, con meccanismi decisionali trasparenti e il coinvolgimento diretto dei cittadini). Questo vale a maggior ragione se non si vuole mantenere l’Unione europea nello stato attuale, che si ritiene insufficiente e inadeguato, ma al tempo stesso non si vuole capire che questo stato è dovuto proprio agli elementi confederali, ossia alla pretesa degli Stati di continuare ad essere sovrani anche nelle materie comuni. 

Ancora una volta, quindi, il Presidente Mattarella ha sollevato il punto cruciale, con il suo riferimento alla sovranità europea, portando così al centro dell’attenzione un tema che in Italia non è quasi mai affrontato nel dibattito pubblico, ossia il concetto della condivisione di parti della sovranità con i nostri partner in Europa. Eppure, dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che la nostra indipendenza, il controllo del nostro destino, passa proprio attraverso la capacità di condividere parti di sovranità con i nostri partner europei in quegli ambiti in cui la nostra forza dipende dall’essere uniti e agire insieme con efficacia.

Comunicato stampa

COMUNICATO STAMPA, 3 giugno 2024

Il Movimento Federalista Europeo condanna fermamente il vile attacco perpetrato dal sen. Claudio Borghi con il sostegno del segretario della Lega Matteo Salvini contro il Presidente della Repubblica.

Leggi QUI

Nell’augurarvi buon voto, vi invitiamo quindi ancora una volta l’8 e il 9 giugno ad andare a votare con la consapevolezza che il nostro futuro è legato ad un’Europa forte e federale, e che il voto di ciascuno è decisivo per contribuire a costruirla.

Pavia-Firenze, 3 giugno 2024 

 

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