Nonostante il triste spettacolo della politica italiana di questi giorni, dobbiamo continuare a cercare di fare al meglio la nostra parte. E dobbiamo farlo tenendo conto di una situazione in rapido movimento, che richiederà molta flessibilità e prontezza sia nell’agire, sia nel reagire.
L’Italia rischia di avvitarsi in una crisi che, oltre alle inevitabili drammatiche conseguenze politiche ed economiche sul piano interno, le impedirebbe di giocare un ruolo in Europa. Ingovernabile, senza aver ancora introdotto quelle riforme minime indispensabili in campo istituzionale – a partire dalla legge elettorale – ed economico-fiscale per renderla credibile ed affidabile come interlocutore e partner da parte degli altri paesi della zona euro, il suo destino nei prossimi mesi dipenderebbe completamente dalle decisioni che verranno prese da altri attori, governi ed istituzioni nazionali ed europei. Per non parlare dei pericoli di ulteriore deriva populista e demagogica a cui andrebbe incontro.
Se non si ricostituirà al più presto un governo che possa contare su una sicura maggioranza per realizzare le riforme, mantenere gli impegni europei e giocare un ruolo positivo ed in senso federale nel ridefinire il quadro politico istituzionale dell’Europa nel corso dei prossimi mesi, come federalisti perderemmo un punto su cui far leva per promuovere le nostre iniziative. Ma, fatto questo ancor più grave, il futuro dell’Europa finirebbe col dipendere ancor di più, e soprattutto, dall’evoluzione – o involuzione – dei difficili e contradditori rapporti tra Francia e Germania. Senza un ruolo attivo dell’Italia, tutto è destinato a diventare più difficile: a partire dallo svolgimento della campagna elettorale europea, dalle sempre più ridotte prospettive di rilancio economico su scala europea, per finire al consolidamento dell’eurozona e alla definizione di un ruolo dell’Europa nel mondo nel attuale complicato quadro internazionale.
Spetta evidentemente alla classe politica italiana cercare di creare le condizioni perché l’Italia non varchi, in queste ore e giorni, la soglia dell’ingovernabilità e dell’instabilità permanenti. Un rischio che sappiamo essere ben presente sia al Presidente Napolitano sia al Presidente Letta, e che non ci stancheremo di denunciare. Ma, sul piano dell’azione, spetta al MFE continuare a far presente a questa stessa classe politica, coinvolgendo e mobilitando l’opinione pubblica, quali sono le sfide di fronte alle quali essa si trova e continuerà a trovarsi. Questo è il senso dell’azione cartolina che abbiamo deciso di lanciare nel prossimo mese nel corso del quale, nonostante l’aggravarsi della crisi, il Presidente Napolitano ed il Presidente Letta sono destinati a restare due interlocutori politici imprescindibili. Evidentemente l’azione cartolina dovrà dispiegarsi appena la crisi di governo avrà avuto una svolta, un chiarimento (entro metà settimana?). Dovremo esplicitare con documenti e volantini lo stretto legame tra le rivendicazioni federaliste, il futuro dell’Europa ed il tema della salvezza dell’Italia. Ma perché ciò accada, intanto, non dobbiamo allentare i preparativi (e agire “Als ob”, come ci ricorda l’ultimo edtoriale dell’Unità europea).
Dobbiamo cioè metterci nell’ottica di fare le azioni già messe in cantiere in ottobre nelle sezioni e nei centri regionali per raccogliere il maggior numero di firme possibile sul testo da inviare ai Presidenti Napolitano e Letta. Perché solo così potremo giocare un ruolo per cercare di non far deragliare definitivamente l’Italia, e dare un peso ad eventuali ulteriori comunicati, appelli ecc.
I militanti e le sezioni hanno dimostrato di aver compreso che cosa è in gioco: sulla base delle richieste di cartoline pervenuteci, possiamo infatti pensare di sviluppare nelle prossime settimane un’azione efficace e comune tra MFE e GFE da Trento a Trapani. Non resta che agire.
Franco Spoltore